la scelta Vegana

La UKECS crede fermamente che cultura ed etica si debbano e si possano sviluppare in sinergia. La nostra scelta rimane quindi quella di promuovere soltanto attività che sostengano insieme lo sviluppo culturale, morale,  l’ecosostenibilità e il veganesimo, per dare un apporto deciso e chiaro verso una società migliore e più consapevole. Per questo motivo siamo contrari ad appoggiare, direttamente o indirettamente, tutte le attività che implicano la sperimentazione su animali e il loro sfruttamento.

Ma perché’ la scelta vegan?

Abbiamo preso spunto dall’articolo di Emanuela Barbero (http://www.vegan3000.info/p-795/le-motivazioni-dei-vegan), del quale  vi proponiamo una sintesi:

Per gli animali

Perché non mangi nessuno che sia in grado di soffrire

Nessuno sceglie quali animali mangiare: tradizioni, cultura, società, famiglia, abitudini impongono a chi mangia animali quali devono essere le specie “edibili”, e l’individuo si adatta semplicemente ad una situazione esistente.

Eppure, qual è la differenza tra l’intelligenza e l’affettuosità di un cane e quella di un maiale? Quest’ultimo è peraltro, molto più intelligente…


In realtà non siamo noi a decidere se e quali animali mangiare, perché altri hanno già scelto per noi.

Chi sceglie di vivere vegan prende oggettivamente atto che gli animali (tutti e non solo alcuni) non sono cibo, bensì esseri senzienti in grado di provare piacere e dolore, gioia ed emozioni, angoscia e paura, amano e soffrono come noi, e non sono semplici oggetti come la società tende a farci credere.


Noi vegani non  mangiamo animali perché il loro sistematico massacro è un atto di violenza brutale e non necessaria che abbiamo il potere di fermare con le nostre scelte.

Essere vegan ci consente di prendere le distanze da un sistema pesantemente basato sullo sfruttamento e sul dominio, valorizzando invece il rispetto per ogni forma di vita.

Perché dalla sistematica violenza verso gli animali nasce poi la maggior parte delle altre forme di violenza e di sopraffazione… ad esempio sappiamo che la caccia è sempre servita per esercitarsi alla guerra e, come già scriveva Erasmo da Rotterdam, “a forza di sterminare animali, si è capito che anche sopprimere l’uomo non richiede un grande sforzo”.

Per l’ambiente

Perché ha un minor impatto ecologico e risparmia preziose risorse produttive

Mangiare vegan significa un impatto drasticamente più ridotto sulle risorse del nostro pianeta, che, notoriamente, non sono infinite. Significa un minor consumo di energia, di acqua, di pesticidi, di inquinanti, di farmaci. Significa minor necessità di terra e di conseguenza minore deforestazione.

Il settore della carne è il secondo maggior responsabile dell’inquinamento globale subito dopo quello dell’automobile e il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta è consumato dall’industria zootecnica e dall’agricoltura, i cui prodotti servono in gran parte, però, a nutrire gli animali d’allevamento.

Nel 2007 la FAO denunciava che gli allevamenti sono la causa di quasi un quinto dell’inquinamento responsabile del riscaldamento del globo terrestre, ponendo l’accento sul fatto che il l’industria dell’allevamento rappresenta una minaccia ambientale in continua crescita. Nella relazione è stato posto l’accento sul fatto che il bestiame ha prodotto il 35-40% delle emissioni di metano e il 65% delle emissioni di ossido di azoto, quest’ultimo circa 300 volte più dannoso della CO2 come causa per il riscaldamento globale.

L’impronta ecologica (footprint) di chi mangia carne è molto più elevata di chi non la consuma: si è calcolato che essa incide per circa il 30% in più e, come se ciò non bastasse, il consumo di carne su scala internazionale sta aumentando costantemente, soprattutto nei paesi emergenti.

La popolazione umana è in continua crescita ed è molto vorace: stiamo consumando velocemente le risorse del pianeta e lo stiamo facendo in modo irresponsabile, come se fossero illimitate.

Per la fame nel mondo

Perché un’alimentazione socialmente responsabile consente una più equa distribuzione delle risorse alimentari, in un mondo che conta oggi circa un miliardo di persone malnutrite 

Se mangiassimo tutti vegan ci sarebbe cibo più che a sufficienza per tutti: la terra che oggi serve per nutrire una sola persona che consuma carne sarebbe sufficiente a sfamarne ben venti vegane. Inoltre, destinando un ettaro di terreno all’allevamento bovino, in un anno otteniamo 66 kg di proteine, contro i 1868 kg di proteine (28 volte di più) che invece otterremmo destinando, ad esempio, lo stesso terreno alla coltivazione della soia da consumare direttamente.

Un bovino ha un’efficienza di conversione delle proteine animali solo del 6%: consuma cioè 790 kg di proteine vegetali per produrre meno di 50 kg di proteine animali.

Negli ultimi cinquanta anni la produzione mondiale di carne si è quintuplicata e questo trend è in continua crescita, mentre sono milioni gli acri di terra che nel Terzo mondo vengono utilizzati esclusivamente per la produzione di mangime destinato all’allevamento del bestiame europeo. L’80% per cento dei bambini che nel mondo soffrono la fame vive in paesi che di fatto generano un surplus alimentare che viene però per lo più prodotto sotto forma di mangime animale e che di conseguenza viene utilizzato solo da consumatori benestanti.

Alcuni nutrizionisti ed ambientalisti americani hanno calcolato che se venisse destinata all’alimentazione umana la quantità di cereali e di soia comunemente impiegata per l’allevamento del bestiame da macello degli Stati Uniti, verrebbe cancellata la piaga della fame nel mondo.

Per la nostra salute

Perché migliora e preserva il nostro benessere psico-fisico

Perché mangiare vegan è anche molto salutare, giacché gli esseri umani anatomicamente sono animali frugivori, e quindi costituzionalmente e fisiologicamente assai poco adatti al cibo di origine animale, al quale si sono però adeguati culturalmente o per necessità di sopravvivenza in mancanza di cibi più idonei.

Sempre più studi testimoniano come un’alimentazione basata sui cibi vegetali sia protettiva nei confronti di numerose patologie cronico-degenerative mentre il consumo di grassi saturi, colesterolo e proteine animali (che avviene attraverso la dieta carnivoro-onnivora) predispone all’insorgenza di obesità, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, osteoporosi,  gotta, demenza senile e tumori.

I morti dovuti alle malattie cardiache (soprattutto infarto) hanno ormai raggiunto cifre da veri e propri bollettini di guerra: ogni anno i decessi sono 17 milioni nel mondo, di cui 4 milioni nella sola Europa. Tutto ciò mentre recenti studi americani ed europei hanno dimostrato che una dieta vegana equilibrata e povera di grassi permette di ridurre il rischio di cancro del 40%, di infarto e altre malattie cardiache del 30%, di diabete del 60%, di calcoli al fegato del 60%, di obesità del 40%, di intossicazioni alimentari dell’80%, di ipertensione dal 22 al 68%.

Numerosi studi scientifici ci confermano che una sana alimentazione a base vegetale aiuta efficacemente a prevenire e spesso anche a curare la maggior parte delle malattie oggi più diffuse, inclusi diversi tipi di tumori e molte malattie degenerative tipiche dei paesi ricchi (vedi anche www.scienzavegetariana.it e www.VegPyramid.info.)
L’American Dietetic Association e i Dietitians of Canada affermano che le diete vegetariane/vegane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di numerose patologie cronico-degenerative.
Non solo, un’alimentazione vegana varia ed equilibrata risulta appropriata per tutti gli stadi della vita dall’infanzia alla senescenza inclusi gravidanza, allattamento e svezzamento (Ada Report, 2003). Trovate il documento completo (sia l’originale in Inglese che la traduzione in Italiano) a questo link: http://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ADA_ital.htm.

Insieme all’American Dietetic Association sono sempre più numerose le Società Scientifiche che consigliano di basare la propria dieta su cibi vegetali come:

• American Institute for Cancer Research (Dc:Airc; 1997)
• World Cancer Research Found (Dc:Airc 1997)
• American Cancer Society (Ca Cancer J Clin 2002; 52:92-119)
• American Heart Association (Circulation 2000;102:2296-2311)
• Heart and Stroke Foundation of Canada (http://ww2.heartand-stroke.ca)
• National Institute of Health (Circulation 1999;100:450-456)
• American Academy of Pediatrics (Circulation 1999;100:450-456).


Più salute significa anche più indipendenza e libertà, maggiori opportunità e consapevolezza, che sono invece condizioni difficili da mantenere quando si dipende pesantemente da strutture e istituzioni.
Mai come nel caso del cibo che mangiamo la scelta sta soprattutto a noi e non è delegabile ad altri.
Siamo noi stessi a fare la differenza e a dare la direzione e il senso del nostro agire e del nostro essere.
Libertà e salute dipendono prima di tutto dalle scelte di ciascuno di noi: anche questa è consapevolezza.